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ONTOSOFIA®

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Diventa il biografo della tua vita, trasforma il tuo passato in una fonte d’ispirazioni e ritrova il tuo vero ritmo interiore

Cos’è l’Ontosofia?

La comprensione dell’Ontosophia passa inevitabilmente dalla sua etimologia.
Il termine è di derivazione greca ed è costituito dalla combinazione di due termini ontos “essere” e sophìa comunemente tradotta come “conoscenza”, “saggezza”. Possiamo così tradurre il termine Ontosophia come “ Saggezza dell’Essere”.

Essendo una parola di origine greca, la sua spiegazione parte dall’antichità. Per i greci La Sophia era un Essere Vivente. Non si trattava di un concetto astratto e la sua ricerca, non consisteva in una “ sete di conoscenza”, come la chiameremmo oggi, ma era una ricerca dell’ Uomo verso l’Universo-Uomo.

Ontosofia fa fede a questo concetto: non possiamo divenire nulla di diverso da noi stessi perchè tutto ciò che ricerchiamo, che può farci stare meglio è in noi.
Dunque si deduce che il saggio è colui che agisce con la sua parte migliore.
Il terapeuta funge da saggio (Sophos) “uomo sapiente, colui che adopera questa saggezza nella e per la comunità indirizzando intenzionalmente l’energia della parola e del suono, vivificandoli. Esso è capace di acquisire conoscenze tali da poter incidere positivamente sia nelle singole individualità che in grandi collettività dopo un’attenta introspezione personale.
Il terapeuta è consapevole dunque che non è lui la fonte di verità ma esso funge da tramite per la conoscenza dell’Essere.

Infatti nell’antichità il Sophos era colui che dedicava la sua vita all’Alethèia, la Verità o meglio lo “ svelamento dell’Essere”.

Strettamente correlato con il significato di Sophia, è il termine Logos che oltre all’odierno e oramai quasi esclusivo, significato di parlare o raccontare, il verbo, aveva anche il senso-significato di accogliere e ascoltare. Il Logos era di tutti gli uomini, era per e in tutti gli uomini e il vero saggio era colui che lo riconosceva . Come già accennato, non è il singolo individuo ad enunciare la verità, ma l’intelligenza (logos) stessa . L’individuo diventa così grazie al proprio logos, testimone del Logos divino, che altro non è che realtà cosciente.

Con l’arrivo della dottrina cristiana, il Logos, reso come Verbo, Parola, viene identificato dapprima con Dio e poi incarnato in Cristo.

“In principio era il Logos e il Logos era verso Dio e Dio era il Logos”.
Questa interpretazione portò l’essere umano, in un certo senso, a spostare il potere vivificante del Logos dalla propria interiorità all’esterno di sé ed è qui che nasce l’io alienato, colui che si allontana da se stesso, dalla comunicazione con la conoscenza del sè tramite se stesso, andando incontro a malesseri e distorsioni dell’io.

La filosofia divenuta serva della teologia ,priva l’uomo del principio di salvezza che è dentro di lui che viene così sostituito dal “ dogma”.
L’estromissione della Metafisica dalla religione ha comportato l’offuscamento della antica conoscenza del mondo attraverso la conoscenza di sé a discapito dello sviluppo dell’interiorità umana e dell’autocoscienza individuale.

In Ontosofia invece è chiaro che attraverso la Mathesis (apprendimento, conoscenza)si arriva alla conoscenza di quell’antica armonia che unisce il cosmo all’anima; mentre la privazione della Mathesis conferisce all’individuo una certa pericolosità data dalla amathìa ovvero l’ignoranza che altro non è se non il “terreno su cui ogni male degli uomini attecchisce e fiorisce, per produrre infine un frutto ancora più amaro per coloro che lo hanno seminato”.

In conclusione l’Ontosofia è un percorso attivo verso l’Essere per l’essere con lo scopo del mantenimento di quell’armonia che una volta raggiunta in sè, può essere trasmessa ad altri.

Come agisce?

Secondo l’antica concezione pitagorica, noi diveniamo “intelligenti” introiettando il Logos divino mediante in-spirazione. Di notte il contatto con il Logos è mantenuto attraverso la respirazione che funge da radice tra l’uomo e il mondo divino. Le cavità del corpo umano, attraverso le quali si ricevono le percezioni sono piene di “ spirito naturale” . Si evince che per trovare giovamento dall’Ontosofia non bisogna solo attivare lo spirito per riaccogliere l’Armonia universale e per riconnetterci all’ Universo-Uomo ma dobbiamo anche mettere in gioco il nostro corpo che diventa tramite di conoscenza attraverso le cavità.