Secondo la concezione dell’Ontosofia Psicosomatica, l’onirologia è la ripresa di ciò che alimenta la vita attraverso l’ascolto della guida interiore che si manifesta nel Sogno. Il sogno è un insieme di immagini che si basano sull’esistenza di un evento luminoso. Perché si verifichi è necessaria una fonte luminosa che proietta ed uno schermo che riceva la proiezione, costituito dalla nostra psiche. Nel sogno si agisce. Da sempre il sonno ed i sogni hanno affascinato ed incuriosito l’essere umano. Se agli albori della nascita della cultura occidentale, questi erano considerati come messaggi della divinità e del maestro interiore ad ognuno e facevano parte della vita quotidiana dei singoli individui e della collettività ( polis), con il trascorrere dei secoli, la comparsa di dogmi religiosi, la divisione della Scienza che, da unica disciplina comprendente i saperi e la saggezza dei vari campi, viene divisa in tante discipline quante sono quelle dello scibile umano, insorge nell’uomo la paura dell’imponderabile, del non misurabile, del non tangibile che lo porta a trovare spiegazioni agli eventi che hanno l’esclusivo scopo di rassicurare sulla staticità degli eventi fino ad approdare al negazionismo. L’importanza del sonno e del sogno viene attestata dagli esperimenti di molti studiosi.
W. Dement, oltre gli studi sulla fase REM che dimostrarono ampiamente quanto questa sia fondamentale per l’equilibrio individuale ( le cavie private della fase morirono o andarono in psicosi), scoprì nei suoi anni di studio che quando il sonno scarseggia la prima cosa che viene a mancare è la motivazione interiore ad ogni essere umano. Egli sostiene infatti che alla base della creatività, i pensatori, devono possedere, oltre le conoscenze, una motivazione interna sostenuta dalla capacità di trarre piacere dall’atto creativo ( W. Dement -il sonno ed i suoi segreti pag.361). questo per dimostrare che nel corso di una fase di deprivazione del sonno, le prestazioni di ognuno si riducono drasticamente. La produttività, intesa come capacità di portare a termine un progetto, è strettamente correlata alla quantità ed alla qualità del sonno. Vi è, quindi, una diretta rispondenza dell’onirico con il senso della vita quotidiana.
In un testo di Bertini e Violani, Cervello e Sogno, viene evidenziato come vi siano dei meccanismi a livello cellulare che intervengano nella regolazione della fase REM del sogno. Secondo il principio di OP, questi “meccanismi” intervengono nelle cellule dell’intero organismo. Durante le fasi REM ogni cellula è interessata nell’intervento di scioglimento dello stress accumulato durante il giorno e partecipa alla ricostituzione della psicobioenergia dell’individuo secondo un’intelligenza multidimensionale.
Gli stessi autori sopracitati, riferiscono che le fasi REM, possono essere variate con l’intervento di farmaci colino mimetici o adrenergici. Ma viene tralasciato del tutto che il sogno, non è il risultato della materia, non può essere infatti riprodotto in alcun modo con eventi materiali o con la somministrazione di catecolamine. Continua così la riduzione dell’Essere psichico dell’uomo. Questa tipologia di mentalità meccanicistica viene riscontrata anche in altri autori come Desoille nella sua opera “ teoria e pratica del sogno da svegli guidato” dove si evince il limite della medicina riduzionista quando definisce “astrazione” la nevrosi psicogena. Come dire che la psiche non genera alcuna nevrosi e queste compaiono in individui che manifestano una predisposizione. Ma Desoille, contraddice se stesso. Da un lato scrive un’intera opera per dimostrare che il sogno guidato da svegli risolve alcune nevrosi e che quindi la nevrosi è psicogena e si risolve con un’azione psichica; dall’altro asserisce che la psicosi è un’astrazione. Questi casi di contraddizione sono, purtroppo, molto frequenti nella letteratura scientifica. Basti ricordare il caso di Leonardo Ancona, considerato uno scienziato di chiara fama nell’ambito della psicoanalisi, membro della Società Psicoanalica Italiana, che afferma in “ La mia vita e la psicanalisi” pagina 457, a proposito della capacità psicofisica individuale di rigenerazione:
“ la correzione di un franco stato psicosomatico in alcun modo si può correggere spontaneamente, sotto la spinta della Vis Medicatrix Naturae; ed è impossibile per le procedure terapeutiche, attualmente conosciute, che al massimo possono raggiungere un contenuto parziale e precario, cioè sintomatico, delle manifestazioni cliniche. “
E continua a pag 458 con una evidente contraddizione, affermando che:
“ per questo anche la terapia psicoanalitica delle somatosi si incontra con formidabili resistenze. H. Rosenfeld ( 1978) ha detto di aver dovuto fare 18 anni di trattamento intensivo per risolvere una psicosomatosi; rispettivamente un tentativo di aggredire la malattia attraverso l’ipnosi di profondità è riuscito, ma solo facendo precipitare il paziente in una psicosi florida….”. Quindi secondo Ancona, non esiste la vis medicatrix naturae o quantomeno non è responsabile della guarigione di malattie psicosomatiche, e neanche la psicoanalisi funziona. Nell’unico caso di disturbo psicosomatico da lui conosciuto, afferma che il paziente, nonostante i 18 anni intensivi di psicoanalisi, non solo non ha risolto la sintomatologia, ma è “precipitato in psicosi”. Da notare che Ancona chiama “tentativo riuscito” una grave conversione sintomatologica del paziente, che lo ha portato a precipitare ( termine utilizzato dallo stesso Ancona) da un disturbo psicosomatico ad una “psicosi florida”. E questo è alquanto grave per uno scienziato del calibro di Ancona, per come viene considerato dalla scienza ufficiale, confondere, dentro di sé, il concetto di risoluzione sintomatologica, con quello di conversione.
Continuando sempre nello stesso testo, a pag 459 afferma:
“ di fatto la malattia psicosomatica, una volta evocata, si auto mantiene e nella vita adulta, prende frequentemente un andamento progressivo in gravità. La sua guarigione immediata rimane comunque non spiegata dalle attuali conoscenze scientifiche, anche se una volta verificatasi, non risulta essere contro natura”
La contraddizione si fa sempre più rilevante considerando che, nel primo passo citato, sosteneva che la vis medicatrix naturae, non interviene nei processi di guarigione e qui sostiene che comunque sia, la guarigione non appare contro natura.
Il successo della psicoterapia si basa sull’autenticità dell’incontro tra il terapeuta ed il paziente. Qualunque terapeuta che non abbia maturato in sé la capacità terapeutica ( nell’originario senso etimologico del termine “ prendersi cura”), la propria dimensione psichica, il proprio essere psicosomatico, non è in grado di comprendere le capacità della psicoterapia. La psicoterapia apparentemente lavora con le parole, ma di fatto, utilizza diverse modalità di comunicazione, modalità psichiche, queste si trovano dietro le quinte delle parole. Comunicano il senso della psiche. Ho utilizzato questo metodo con i miei pazienti e non è necessario conoscere tutti gli avvenimenti, la necessità è quella di trovare un punto dentro di lui e che lui si renda conto che l’ho trovato, chiamiamolo anima, psiche, ma è una precisa sensazione. Questa sensazione è psiche e soma e sta dentro di noi.
La letteratura, dalla più antica alla più moderna, è ricca di esempi in cui il Sogno si manifesta ora come profetico, ora come contatto col divino o come intuizione. Ne sono un esempio il Somnium Scipionis o ancora il sogno intuitivo fatto da Kekulè che sognò la formula del benzene; o quello dell’archeologo Shliemann che sognò la città di Troia che avrebbe poi scoperto. In tutti i casi il sogno costituiva e costituisce un messaggio della Psiche destinato o al singolo individuo o ad una collettività Ecco perché gli antichi Maestri si servivano del Sogno quale intervento terapeutico. Lo stesso Ippocrate afferma nel libro IV o “ sui sogni”, del corpus Hyppocraticum che mentre durante il giorno l’anima non può essere pienamente se stessa,
“ ma quando il corpo riposa , l’anima, muovendosi desta, governa la propria casa e compie da sola tutte le azioni del corpo essa avverte tutte le condizioni fisiche del soggetto e le manifesta come immagini nei sogni”. Nei santuari di Asclepio ( il Dio greco della medicina) vi erano delle aree preposte, gli Asklepieîon ( grande dormitorio), dove venivano accolti i “ malati” che attraverso l’esperienza mistica del sogno sarebbero arrivati alla guarigione. La fase del sonno e del sogno rappresenta, quindi, il momento centrale della guarigione. Durante il sonno, grazie all’abbassamento di livello della coscienza ordinaria, si manifestava al malato il suo reale stato psicosomatico e questo viveva fenomeni di veggenza. Il momento della guarigione aveva ben poco a vedere con la medicina. Era piuttosto, un’esperienza personale guidata dal Maestro. Quindi il percorso che porta alla guarigione deve di necessità essere un percorso interiore, un percorso verso la conoscenza e la comprensione della psiche dell’Essere umano e su come esista e sia reale la presenza all’interno di ogni individuo, di un principio, il principio di Ontosofia Psicosomatica, che tende, secondo natura, al benessere psiche-soma nell’individuo. Artemidoro dà una definizione del sogno, quale “ un movimento multiforme dell’anima, che segnala i beni e i mali futuri” . Diogene Laerzio ci dice che per i Pitagorici i sogni sono dei messaggi inviati da esseri soprannaturali (cfr., VIII, 32). A testimoniare l’uso dell’onirologia quale metodologia terapeutica è anche uno scritto di Elio Aristide “ Discorsi sacri”. Il retore greco, nato nel 117 d.C., fu uno dei maggiori esponenti della “ Seconda sofistica” e, nella sua opera, fa un resoconto minuzioso del processo che lo ha portato alla malattia ed alla successiva guarigione. Dal retore stesso veniamo a sapere che, fin dall’inizio del suo affidarsi nelle mani di Asclepio, il dio gli aveva oniricamente ordinato, di tenere un registro di sogni. Anche allora ci si trovava a scontrarsi con stereotipi e paradigmi che tendono ad isolare ed estraniare, chi pensa e sceglie qualcosa che non faccia parte degli usi, credenze e costumi “ di massa”. In un passo dell’opera leggiamo ” tra i miei amici alcuni ammiravano la mia tenacia, altri invece mi accusavano di lasciarmi troppo condizionare dai miei sogni in tutte le mie cose, altri ancora mi tacciavano di vigliaccheria perchè non mi lasciavo operare e neppure consentivo l’impiego di medicamenti; per canto suo il dio continuava a tener duro ordinandomi di sopportare qualche situazione, perchè così facendo mi sarei salvato: le sorgenti di quel flusso umorale si trovavano verso l’alto e quei tali giardinieri non sapevano affatto attraverso quali canali bisognava istradarlo”.
Negli anni, il mio studio sull’intelligenza onirica, mi ha portato a verificare quanto l’onirologia psicoterapica fosse una metodologia che permetteva di accedere immediatamente alla saggezza di ogni singolo individuo. Il sogno è infatti un evento dell’interiorità umana e costituisce una intelligenza reale sia nel campo psichico che somatico. Il sogno è un messaggio della psiche che vuole restituire all’individuo, la propria coscienza psicosomatica che corrisponde al benessere. La psiche è un medium dell’Essere. È il senso dell’azione, il senso della vita e durante il sonno ricostituisce se stessa per essere ritrovata nello stato di veglia. La psiche va concepita per ciò che è: il principio animante l’Essere umano, dotato di una sua intelligenza che, naturalmente, tende al benessere psicosomatico. La mancata consapevolezza di questo meccanismo, impedisce alle singole individualità, la ricostruzione continua ed autorigenerantesi, del proprio Essere Psicosomatico, determinando l’insorgenza di stati di malessere e disarmonia che non sono naturali. Il sogno è una via attraverso la quale vengono date, all’interessato, le coordinate per la ricostruzione del proprio benessere; una via che porta alla realtà di sé, al proprio Io ontico reale. Quando un Io virtuale alienato si sostituisce nell’individuo, a quello Reale, è come se quest’ultimo, non essendo più il “padrone” della psiche umana, continuasse ad esistere parallelamente all’individuo, accanto a lui. All’Io Reale è rivolta la continua attenzione del terapeuta, durante le sedute è solo ed esclusivamente a lui che si rivolge, guidando lo stesso paziente alla riconquista di se stesso. Nel momento in cui un Io virtuale alienato prende il posto di quello Reale, si diviene vittima di una fitta rete di circostanze e condizionamenti apparentemente invisibili, ma non per questo inesistenti, non si è più padroni di se stessi, ma si “viene agiti “ da qualcosa di estraneo alla propria naturalità.
La consapevolezza dell’evento onirico come messaggio della nostra psiche, apre nuove porte che collegano l’universo psichico alla realtà ordinaria. questo incontro diviene catalizzante di senso di realtà. Lo psicoterapeuta, attraverso l’onirologia rende manifesta la coincidenza della corporeità con l’evento psichico. L’Io ontico prova il continuum tra psiche e soma e lo manifesta come effetto psicosomatico positivo. Questo viene registrato dalle cellule del corpo e si manifesta come “ buona salute” . L’intero processo diventa un dato scientifico inoppugnabile perché ha creato delle modificazioni organiche e somatiche verificabili, a partire da un evento psichico.
La metodologia scientifica dell’Ontosofia Psicosomatica, attraverso l’onirologia, restituisce all’uomo il proprio Essere libero da condizionamenti e paradigmi, il proprio Essere reale. Il diritto inalienabile dell’Essere umano di vivere una vita sana in armonia con se stesso e con gli altri, una vita realizzata in ogni campo, và difeso e rispettato oltre ogni credo religioso, politico, sociale.
Ritengo che i sogni precorrono certi eventi psicosomatici e gli uomini non se ne accorgono e non gli danno alcun valore. Continuano a dormire senza sognare o a sognare senza utilizzare realmente il senso perchè la ragione dell’uomo non è in grado di coordinarsi con l’Autentica Intelligenza ontica, inconscia, onirica.
( F. Palmirotta – Sogno e cancro in S. freud).
Commenti recenti