“ Il sistema nervoso enterico non potrà mai né scrivere sillogismi né comporre poesie, – dice Gershon– ma quando il sistema nervoso enterico fa funzionare bene l’intestino, il corpo è feliceQuando il sistema nervoso enterico funziona male e non fa funzionare l’intestino, i sillogismi e le poesie sembrano svanire nel nulla”.          Spesso affermo che l’umanità da circa 2000 anni è sottesa da una illogicità nella propria coscienza egoica, nella propria testa. Molte volte, giorno e notte, risuona nella mente un pensiero ossessivo che lo stesso individuo non riesce a spegnere. Un pensiero senza senso, che non porta nulla in termini di guadagno e che rovina l’energia dell’individuo. Ciò che dice Gershon e ciò che sostengo in merito all’illogicità del pensiero, è richiamato da molti autori: Cartesio sostiene che esiste un demone maligno che annulla all’individuo il senso del mondo e della realtà mettendo in dubbio l’intera esistenza . Cartesio vince questo demone con una contrapposizione interiore esprimendo ciò che diverrà una delle categorie scientifiche più rilevanti,       “ cogito ergo sum”. Di fronte a questo Deus ex machina che governa il suo cervello con una logica annullante e nichilista, Cartesio esprime prima il dubbio nel senso che lo stesso dubitare riesce a comporre una specie di realtà; da qui, questo dubbio può essere sussulto dall’Essere. Nel 1700 circa già Cartesio esprime un disagio che sembra anticipare tutto ciò che sarà alla base della psichiatria, la vidimazione del Deus ex machina nella schizofrenia umana, l’alienazione dell’uomo dall’avere il pensiero sulla terra, il global warming e riassume il distacco, la scissione della Visione continuata della realtà esistente tra il cervello viscerale e quello cerebrale. Già nella Bibbia, nel concetto di engastrymuthoi, nei terapeuti greci, in Platone questa visione unica era una ovvietà. Dopo Parmenide il concetto viene ripreso da Clauberg e Genovesi con l’Ontosofia cioè la Saggezza dell’Essere. Poniamo l’esempio di dover scrivere un articolo scientifico. L’incapacità di farlo può essere paragonata alla falsificazione dei contenuti nel mondo della scienza. In alcuni casi sono state scoperte falsificazioni in autori che erano addirittura arrivati a concorrere per il Nobel. Tutto questo mette in evidenza una sorta di falsificazione del reale innescata da una illogicità plagiante il senso della logica reale che, plagiando gli individui, li conduce per un mondo virtuale che non potrà mai essere progetto di una realtà. Con un buon programma informatico, possiamo anche progettare un ambiente, con l’intento poi di realizzare quell’arredo, quella struttura, ma se noi giochiamo nella creazione di mondi che mai saranno reali, otterremo un distacco sempre più forte dalla realtà. È ciò che accade con alcuni giochi in rete dove l’individuo rimane incastrato per svariate ore, sottratto al naturale ciclo della vita. È necessario lavorare sul senso della illogicità del Deus ex machina, antitesi alla logica reale insita nell’essere umano. Il non essere che non è. Questa logica, muovendosi nella coscienza umana determina il vilipendio dell’economia. Perché investiamo più soldi nella costruzione di ordigni bellici piuttosto che in opere di rimboschimento nonostante l’emergenza ambientale odierna?

Quando ho cominciato a leggere alcuni tra gli autorevoli esponenti noti come iniziatori della Musicoterapia, mi sono accorto che non utilizzavano la logica scientifica. In nessun caso riportavano i risultati scientifici, la risoluzione del caso e la remissione del sintomo. Secondo l’OMS la guarigione è la remissione del sintomo, che corrisponde al benessere. Se non si riesce a dialogare in termini scientifici, è come se non si avesse alcuna voce in capitolo in qualunque direzione ci si avvia. È palese di come sia debilitata e debilitante l’istruzione in Italia. I giovani sono considerati più che altro dal punto di vista fiscale, non certo come le giovani menti che dovranno guidare l’umanità. Ne nasce un forte senso di frustrazione. L’essere umano asservito al sistema che tende ad asservire il prossimo è in realtà guidato dal deus ex machina, privo di quella creatività caratteristica del cervello viscerale. Gershon sostiene che la pancia soffre, gioisce, ha le sensazioni….E’ chiaro che, se la voce più profonda dell’animo umano è stata repressa, avvilita, distorta dalla logica irreale, si è preparato il terreno per la malattia mentale, per il disagio di ogni genere. Se ci pensiamo, da cosa noi traiamo il primo senso della gioia? Dalla prima poppata. La pancia gioisce e soffre. Lo stesso accade durante la gravidanza, dove la donna entra in uno stato di forte vitalità divenendo perfino più bella. Questo processo è percepito non soltanto dalla madre ma anche dal padre. Questa energia che si scatena dura il senso della vita, a meno che non venga richiamata altrove.

“ la pancia sente e smista informazioni” continua Gershon. Quindi una informazione positiva o negativa viene smistata dalla pancia. Chi sa utilizzare il cervello viscerale lo coordina con quello cerebrale facendone un unico organo. La comunicazione non è esclusiva della verbalizzazione, anzi…la comunicazione più veritiera è quella non verbale come la comunicazione attraverso il sogno. Ne sono un esempio Kekulè e Schliemann che scoprirono rispettivamente il benzene e la città di Troia in sogno. Lo smistare informazioni è molto interessante. L’errata interpretazione dei sogni come nel caso di Freud, dove nessuno si è accorto, né lui, né i suoi allievi, che il cancro era incubato psichicamente, testimonia che tutta la mentalità coerente con quella di Freud è vissuta da una logica illoca, da una illogicità schizofrenica indicada da Cartesio con il dubito.  Tutto questo è diventato la vidimazione di uno status quo irrisolvibile che ha portato alla distinzione tra malattia fisica e psichica, tra cervello viscerale e cerebrale. Questo ha portato all’assopimento dei nostri recettori a tal punto che non si riesce più a distinguere un cibo di qualità da uno scadente, un’aria pulita da una inquinata, una cosa naturale da una artificiale. Durkheim connette il suicidio con l’assenza del senso della vita dovuta alla desertificazione dei valori morali, civili ed umani. Ci stiamo uccidendo da soli.