“Sei la nostra speranza !”mi dice la figlia di un malato terminale di cancro. Io esclamo qualcosa come :”no ti prego non pensare così di me , non sono padreterno!” lei incalza, mi dice: “no non preoccuparti non sentirti questo carico …non è un carico che voglio darti !! È solo che tu sei una speranza per noi !”
e io non so se piangere o ridere :”perché io!?”
Non è poesia non è per romanzare o piacere letterario che scrivo queste note ma è per capire io stesso perché , per fermare un senso che viene spesso rimosso dopo che il malessere viene risolto ma anche dopo la morte!
Io mi chiedo perché non vengono ancora eliminate le cause di tante malattie !
Io mi chiedo e chiedo a tutti perché esistono le cause delle malattie e… Non datemi risposte che non funzionino adeguatamente e immediatamente nella pratica terapeutica !
Perché non mi servono : non servono a nessuno!!!
Quando faccio terapia io metto in cantiere tutte le ipotesi di causalità e di cura per eliminare il sintomo d’ingresso ! Ma constato che in molte pratiche terapeutiche c’è una subdola rassegnazione che s’infiltra tra paziente e terapeuta e che fornisce la scusa e l’ologrammazione psicosomatica a quella strana idea scontata del ” non si può fare più niente: è finita!” Ed è allora che vince l’impotenza ….si determina l’annullamento del potenziale di guarigione! Sono stupido , sono pazzo?
No! La mia logica scientifica è crudele , la mia filosofia terapeutica, la brama di scoprire, sapere , conoscere, è molto crudele in me !!! In questo mondo epocale dove tutto è ormai inquinato , dove il benessere sembra più un sogno incosciente e irrealizzabile , effimero quanto un attimo di pensiero silente annichilito nella teoria inutile dello spazio-tempo, io sto chiedendomi :”perché il cancro, perché il male e…percome risolverlo eliminarlo!” Ed io sono vivo e non ho un cancro e sono uno psicoterapeuta! Perché !?
Una collega psicologa e fisioterapista:”La malattia esiste xché non siamo capaci di vederla se non quando altera le nostre cellule o, peggio, quando un medico o uno strumento ci dice che non siamo più sani. La malattia esiste xché non sappiamo psicosomaticamente cos’è essere sani. Questo fa parte di quella ingenuità stupida che comunque è una tara x la coscienza. E questa è già malattia!”
Allieva:”è un discorso molto complesso che diventa molto semplice se, dentro, l’individuo si sente forte di sè.
quando sono stata male la prima volta, ed avevo un segno fisicamente visibile che c’èra qualcosa che non andava e ancora prima quando non c’era il segno esterno ma avevo dolore non mi ha mai sfiorato il pensiero che potessi stare tanto male. oggi penso che  il mio sentire era falso e basato forse sulla speranza di stare comunque bene, ma non era un atteggiamento consapevole, non ero cosciente di questo pensiero. Di certo non ho mai pensato di stare male anche se stavo male. era come se la cosa non mi riguardasse. devo dire che ancora oggi mi sento così.
forse alla base di tutto questo in realtà c’è la paura. non è che la malattia non la senti o non la vedi, perchè se hai dolore e il dolore non è passeggero sai che c’è qualcosa che non va. il problema sta forse nella paura non consapevole di ciò che quel segnale vuole trasmettere e nel non volerlo affrontare e allora non ci pensi, lo valuti diversamente …. non lo vedi per quello che è e infine lo subisci. “