Il diritto inalienabile dell’Essere umano di vivere una vita sana in armonia con se stesso e con gli altri, una vita realizzata in ogni campo, và difeso e rispettato oltre ogni credo religioso, politico, sociale. La psiche va concepita per ciò che è: il principio animante l’Essere umano, dotato di una sua intelligenza che, naturalmente, tende al benessere psicosomatico dell’individuo. L’importanza fondamentale che lo stesso Ippocrate dà alla psiche come regolatrice delle condizioni fisiche del soggetto, è chiara sin dall’inizio della sua opera quando afferma che:
“ la composizione dell’anima è analoga a quella di tutte le parti del corpo, del quale anzi è parte essa stessa.”( Corpus Hippocraticum).
Continua individuando nello πνεύμα la causa di tutte le malattie:
“È evidente che in tutte le malattie i fiati esplicano una funzione fondamentale, tutto il resto è causa concomitante ed accessoria, mentre ho dimostrato che questa è la causa delle malattie. Ho dimostrato che il πνεύμα è il fattore dominante sia nelle altre cose sia nei corpi degli esseri viventi. tutte le malattie hanno identiche manifestazioni, ma il luogo fà la differenza: perciò sembra che le malattie non si somiglino in nulla, data la diversità dei luoghi. In realtà una sola è la forma e la causa stessa di tutte le malattie”
πνεύμα (pneuma) inteso come soffio vitale, principio fondamentale di vita, che permea sia il creato che l’uomo che di esso è parte. Presente in tutte le culture di tutti i tempi : “Spirito” per i latini, “Prana” per gli hindu, “Qi” per i cinesi, “Ki” per i giapponesi, la “ vis medicatrix naturae” l’intelligenza innata del corpo, il “ balsamo interno” descritto da Paracelso. Pneuma per indicare l’anima del mondo, Logos come principio razionale di ordine cosmico. Di derivazione etimologica dal verbo “Pneo” = respirare. È infatti il respiro che fa di noi esseri viventi.

Oltre che nella testa, la sede della psiche era riconosciuta presso diverse culture, come sede di un’anima vitale, il ventre. Nella antica concezione ebraica il termine “anima vitale” veniva identificato con ruah ( R. B. Onians – le origini del pensiero europeo) che viene più volte citata nell’Antico Testamento da Giobbe e da Ezechiele.
Fin dai tempi dei babilonesi il ventre veniva indicato come la sede delle emozioni più profonde e dei nobili sentimenti come la pietà intesa come pietas, compassione.
Gli arabi identificavano questo “spirito vitale” che abita il ventre con il termine Gann. Questi erano responsabili dell’amore e della profezia. I Settanta ( i primi autori delle varie versioni bibliche), per indicare la concezione ebraica della capacità profetica legata al ventre, utilizzavano il termine di εγγαστρίμυθοι. Di derivazione greca, il termine indica : “ la divinazione (μαντεία –mantéia ) dal ventre (γαστήρ – gaster) ”e così, nell’Antico Testamento spiegavano la figura del Profeta che mangia la Sophia, che ingerita andava nel ventre. Engastrimite venivano chiamate le sacerdotesse di Apollo che si narra profetassero emettendo suoni dal ventre, venivano poi raccolti dai sacerdoti uomini. I greci conferivano grande importanza a questi spiriti nel ventre che costituivano la “psiche profetica”. Nel santuario di Apollo a Delfi, la divinazione era affidata ad una sacerdotessa, la Pizia. Fu con lo sviluppo delle varie confessioni religiose, dei loro dogmi e del concetto di “punizione divina”, che la zona del ventre, da secoli e per secoli considerata sede della vita, della forza procreativa, della rigenerazione dell’uomo, venne demonizzata, fino ad essere considerata la sede delle più basse pulsioni e dei più biechi istinti. La parte malata dell’uomo, la parte da “correggere” da dominare, da reprimere e imprigionare. Ma le recenti scoperte scientifiche sembrano riportare un po’ di luce e dignità. Risale al 1999 la scoperta, da parte di un professore della Columbia University, M. Gershon, di quello che lui chiama il secondo cervello. Il secondo cervello viene chiamato anche “ cervello viscerale” o enterico grazie al suo posizionamento : l’intestino. Si stima che disseminati nella parete intestinale vi siano circa cento milioni di neuroni, che sono in grado di elaborare dati indipendentemente dal cervello cefalico. Questo enorme numero di neuroni è di molto superiore a quello presente lungo il midollo spinale e dimostra che, il cervello viscerale, ha un’attività predominante su quello cefalico con il quale comunica continuamente. Il cervello cefalico è un elaboratore dei dati che provengono dall’intestino. La prova di questa comunicazione è che se da un lato lo stress può creare dei disturbi intestinali, è altrettanto vero che disturbi intestinali agiscono sulla variazione dell’umore. Si stima che il cervello viscerale elabora il 90% dei dati totali che raggiungono il cervello centrale.
Un dato fondamentale è che, secondo gli studi di Gershon, il 95% della serotonina presente nel nostro corpo, viene prodotta nel cervello viscerale che quindi assume un valore decisivo nella regolazione dell’umore, gioia, dolore e il ritmo veglia sonno. Il secondo cervello quindi non digerisce soltanto il cibo, ma anche le emozioni e gli stati d’animo.
Al cervello viscerale, sono affidate tutte le decisioni “inconsce”, spontanee, quelle appunto che generalmente si definiscono “ di pancia”. Questo è influenzato dal cervello cefalico, dall’ambiente esterno, dal cibo e influenza, a sua volta, l’encefalo, il sistema endocrino e quello immunitario. Molti sintomi psicosomatici, come la sindrome da colon irritabile, o malattie più gravi come quelle legate alle immunodeficienze, non sono altro che comunicazioni difettose tra i due cervelli, secondo l’ipotesi della presenza di un asse “pancia- testa“ ( Gershon- the second brain). Secondo Gershon, il cervello viscerale interviene anche nella degenerazione di malattie quali il morbo di Parkinson e Alzheimer. Se fino a poco tempo fa era sconosciuta la causa per cui, nei malati di Parkinson e di Alzheimer, oltre ai sintomi neurologici e scheletrici, si manifestassero delle importanti alterazioni nella propulsione del contenuto fecale, oggi, con la scoperta delle interazioni tra i due cervelli, non è più così. È infatti stato dimostrato che la stessa lesione rinvenuta nei tessuti delle cellule nervose dell’encefalo, si ritrova nelle cellule nervose del cervello viscerale, tanto da causare una “demenza enterica”.

Quando parliamo di psiche, intendiamo oltre che un soggetto, una realtà, una storia. Continuare nella separazione della psiche dal corpo o, peggio ancora, negarne in casi estremi l’esistenza, concorre a estraniare la psiche dal senso di realtà e la realtà dalla psiche. Questa dicotomia è responsabile del crescente aumento di disagi psicosomatici. Ecco perché è fondamentale il recupero delle origini della nostra civiltà, della nostra scienza, il che non vuol dire tornare indietro, non vuol dire regredire.

La psiche si cura con la psiche. La psiche cura la psiche.