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Voto in condotta: ieri non contava più, ma oggi potrebbe tornare a fare media!

Il voto in condotta, abolito nel 2017 come parametro di valutazione per la promozione, o meno, dello studente forse sarà reintrodotto fra poco dal nuovo governo Conte.

Eredità 2017: la fine del voto in condotta

Fra le novità introdotte dal Miur nel corso del 2017 c’era l’abolizione del voto in condotta fino alle scuole medie, con la legge 107. Al centro della modalità di valutazione, quindi, c’erano fondamentalmente i risultati dello studente nell’apprendimento. La formula era stata così strutturata per far sì di dare maggiore importanza al percorso formativo impartito dai docenti, nell’ottica di includere quanti più alunni nel processo educativo. Per i ragazzi problematici si è preferito mettere in atto l’accompagnamento necessario.

Visto lo svuotamento di valore ai fini valutativi del cosiddetto “voto in condotta”, questo non è stato più dato in termini numerici (in decimi) ma in forma estesa scritta. In sostanza si offriva una breve relazione sintetica sul comportamento complessivo del ragazzo con gli altri e con l’istituzione.

voto in condotta

In via teorica, anche con questa disposizione dell’anno scorso, si escludevano dall’ammissione all’anno successivo i ragazzi che per comportamento scorretto o deplorevole erano stati interessati da sanzioni disciplinari o dall’intervento del consiglio d’istituto. In realtà, sempre grazie a tale disposizione, resa esecutiva in particolare dal ministro Fedeli (del Governo Renzi) si è ritenuto di offrire agli studenti “non meritevoli” la possibilità di rendersi utili all’interno della scuola per recuperare la situazione.

La verità, quindi, è che di conseguenza i casi di bullismo statisticamente si sono innalzati e che molti dei protagonisti dello stesso, alla fine “se la sono cavata”.

2018, aria di cambiamento: il voto in condotta torna a contare

Il Governo Conte, che si sa intende andare a rivedere la legge 107 della Buona Scuola, a quanto pare ha la volontà di reintrodurre il voto in condotta espresso in termini numerici, come introdotto nel 2009 dalla riforma Gelmini. Esso tornerà a contare nella media dei voti dello studente e diventerà elemento “punitivo” per chi si macchiasse di gravi violazioni dei propri doveri, così come espressi dallo Statuto degli studenti e delle studentesse.

voto in condotta

Il voto 5 in condotta, corrispondente a un’insufficienza in una scala di 10 non consentirà quindi l’ammissione all’anno scolastico successivo, ma porterà direttamente alla bocciatura. La volontà è di isolare e punire, in modo anche esemplificativo, comportamenti gravemente scorretti, probabilmente anche alla luce del fenomeno del bullismo crescente in quest’ultimo periodo e ormai piaga della società. Il voto in condotta, quindi, potrebbe presto tornare a essere rilevante nella formazione degli studenti. Il Disegno di Legge è già passato in Senato, formato dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle. C’è da chiedersi se, di conseguenza, il voto in condotta tornerà a essere importante per l’ottenimento di borse di studio o di sconti sui libri come prima del 2017.

La novità riguarda tutti gli studenti?

L’abolizione del voto in condotta come parametro fondamentale per la valutazione dello studente, al fine dell’ammissione alla classe successiva e, di conseguenza, la sua re-introduzione riguarda solo gli alunni della scuola primaria inferiore e delle medie. Per i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado il voto in condotta è ed è sempre rimasto un elemento fondamentale al fine della valutazione.

A costituire il voto in condotta, si ricorda, concorrono il comportamento tenuto nei confronti dei compagni, dei docenti, della scuola; la frequenza, l’impegno e, ovviamente, eventuali mancanze o comportamenti scorretti: bullismo, falsificazione di note, voti, firme, furto, danneggiamento delle strutture etc. A non essere interessati da queste disposizioni anche gli studenti che si preparano privatamente con le scuole on line.

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