Le prove Invalsi sono test che si somministrano agli studenti allo scopo di determinare un quadro delle conoscenze nella scuola italiana. Anche se l’obiettivo è nobile e generico, cioè non ha nulla a che fare con la singola valutazione dello studente, queste prove hanno attirato molte critiche. Proprio per questo motivo la prima cosa da comprendere relativamente ai test Invalsi è che non si tratta di nulla che deve spaventare o mettere in allarme.
A questo proposito si è più volte sottolineato che non è opportuno preparare gli studenti a tale test, ma è il caso di lasciare che naturalmente sostengano la prova con le reali competenze accumulate sino a quel momento. Proprio perché si tratta di una valutazione generica sulla scuola si è talvolta alzato il livello delle prove, per vedere la risposta degli studenti all’elevata difficoltà. Questo ha talvolta creato ulteriore scompiglio nei confronti di queste prove. Alla luce dei dubbi relativi ai Test Invalsi 2020, vediamo di chiarire una volta per tutte che cosa sono, qual è lo scopo che hanno e tutti i dettagli.
Che cosa sono e a cosa servono?
Il prossimo marzo 2020 partiranno, come tutti gli anni, le prove Invalsi 2020. La novità di quest’anno è il fatto che l’aver sostenuto tale prova sarà indispensabile per i maturandi per accedere alle prove d’esame finali. Questo, tuttavia, non ha nulla a che vedere con l’esito di tali prove. In sostanza con una valutazione negativa lo studente accede comunque alla prova d’esame e l’esito (positivo o negativo che sia) non va a fare media con le votazioni.
Questo perché l’obiettivo di tali prove è quello di fare una stima del quadro formativo degli studenti italiani, anche rispetto ai compagni europei.
Come si svolgono le prove Invalsi
Le prove nazionali Invalsi vengono sottoposte agli studenti fra marzo e maggio, così da non interferire con la chiusura dell’anno scolastico e sull’andamento degli esami finali. Le prove Invalsi sono prove scritte a risposta aperta o chiusa (a risposta multipla). Se per alcune tipologie di scuole sono identiche, per le altre ci sono per ogni alunni test simili per difficoltà, ma non uguali. Al termine delle prove si ottiene un risultato sull’andamento della classe, dell’istituto, della regione e in generale della nazione.
In alcuni casi le prove vengono somministrate al computer grazie ad un’apposita piattaforma, in questo caso i risultati vengono subito trasferiti all’ente che raccoglie i dati, l’istituto INVALSI appunto. Questo poi procede ad elaborarli per identificare i punti deboli e forti del sistema formativo italiano. Le prove si svolgono, come detto, fra marzo e maggio in date diverse in base alle esigenze dell’istituto e/o della regione. I test di solito durano 90 minuti.
Su cosa vertono
Lo scopo del test Invalsi è quello di documentare il livello di apprendimento delle discipline fondamentali come matematica, italiano e, da un paio d’anni, di inglese parlato e scritto (per le elementari classe V e per le scuole medie). La prova Invalsi di italiano prevede la comprensione di documenti, che possono essere testi documentari, letterari, saggi su cui poi vengono fatte delle domande. In relazione alla prova di italiano Invalsi si valuta la risposta sotto il profilo qualitativo ma anche come grammatica e uso della lingua italiana.
La prova di matematica comporta lo svolgimento di problemi di logica oltre che di matematica, così da valutare la comprensione dei fenomeni e la capacità di ragionare dei ragazzi. La prova di inglese ha una comprensione scritta e una parlata e riguarda in particolare la conoscenza della lingua rispetto a tematiche quotidiane.
