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Homeschooling: requisiti richiesti in Italia a famiglie e alunni

Quali sono i requisiti in Italia per accedere all’home schooling e, cioè, per potersi occupare in autonomia della formazione dei propri figli? Questa guida essenziale all’educazione parentale in Italia prova a rispondere a questo e altri dubbi che spesso tengono lontane le famiglie dal cercare alternative alle scuole dell’obbligo a partire da un punto fondamentare: far studiare a casa i propri bambini è possibile e perfettamente legale anche nel nostro Paese e a dirlo sono certamente i numerosi interventi normativi sulla questione ma, a livello zero, la previsione costituzionale del diritto/dovere in capo in primis ai genitori di provvedere all’educazione dei figli. Il corollario è che aver fatto homeschooling non può essere un fattore discriminante per l’accesso a determinati percorsi formativi, di specializzazione o al mercato del lavoro tanto più che alla fine di ogni anno di educazione parentale sono previsti esami di idoneità che certificano che il bambino abbia competenze pari agli alunni della sua stessa età delle scuole del territorio e che gli studenti più grandi sono tenuti a sostenere da privati esami di terza media e maturità.

Requisiti per l’home schooling in Italia: quali sono quelli indispensabili

Per tornare ai requisiti previsti per l’homeschooling in Italia, l’unica cosa effettivamente chiesta alle famiglie è che abbiano le capacità «tecniche e/o economiche», così recitano i testi ministeriali, di occuparsi dell’educazione di figli. La formula è vaga ma sta a indicare la necessità che i genitori o abbiano esperienze o spiccata propensione per l’insegnamento e possano farsi carico da soli di trasmettere ai bambini saperi e conoscenze che siano equivalenti a quelli previsti dai piani didattici ministeriali o, in alternativa, abbiano la disponibilità economica per rivolgersi a insegnanti, educatori, tutori privati. Indipendentemente da come si intenda procedere con l’home schooling all’atto stesso dell’invio della comunicazione alla scuola del territorio per l’inizio dell’educazione parentale è fatto obbligo a genitori o tutori di presentare un’apposita dichiarazione a riguardo (che non si può dire, però, funzioni anche da manleva, considerato che il dirigente scolastico che ha preso atto della domanda è considerato responsabile di vigilare sull’assolvimento dell’obbligo scolastico, secondo alcune interpretazioni non solo formalmente ma anche di fatto).

Dopo il primo anno di homeschooling, di fatto, altro requisito fondamentale per proseguire con l’educazione parentale è l’aver superato con successo entro il 30 giugno di ogni anno scolastico un esame di idoneità che certifica da un lato che studenti e famiglie si siano attenuti al progetto didattico-educativo che hanno presentato al momento della domanda di home schooling e, dall’altro, che lo studente abbia effettivamente raggiunto un livello pari a quello dei coetanei impegnati in percorsi scolastici standard.

Fino a quando si può fare?

L’ultimo aspetto è essenziale soprattutto quando si intende interrompere l’educazione parentale e procedere con l’iscrizione a una scuola del territorio (molte richiedono, in questo caso, un vero e proprio esame d’integrazione). Tra i requisiti per l’homeschooling in Italia non c’è l’età del bambino, infatti, e virtualmente si potrebbe proseguire con l’educazione parentale cioè fino alle scuole superiori: il numero molto basso di famiglie che optano per questa soluzione è indice però del fatto che, vuoi perché convinti dalla possibilità di ottenere subito un titolo valido a tutti gli effetti di legge e spendibile sul mercato del lavoro, gli studenti italiani rientrano nel classico percorso scolastico già alle medie e con più decisione alle superiori, come mostrano tra l’altro alcuni dati ministeriali sull’home schooling in Italia.

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