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Che differenza c'è tra Mur e MIUR?

C’è ancora chi lo chiama Ministero della Pubblica Istruzione, soprattutto fra i non addetti ai lavori, anche se da anni ha cambiato nome. Anzi ha cambiato più volte, passando da MIUR per poi sdoppiarsi e arrivare al MUR, e aggiornarsi di nuovo con l’arrivo del Governo Meloni con l’introduzione di un nuovo termine: merito.

Dato che le parole sono importanti, soprattutto quando si parla di istruzione e formazione, vale la pena di vedere cosa è accaduto e quali sono le differenze fra i diversi Ministeri per comprendere meglio quali uffici si occupano delle varie mansioni. Elementi fondamentali per chi nella scuola ci lavora al fine di sapere quale sia l’interlocutore giusto da contattare per le diverse esigenze con cui ci si scontra quotidianamente.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito

Tecnicamente l’acronimo MIUR significa Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ma ormai si è sdoppiato con l’istituzione del MUR – che vedremo più avanti – e quindi il suo significato è un po’ cambiato. Dal novembre 2022 è nato il Ministero dell’Istruzione del Merito, la cui sigla è MIM, anche se abitualmente lo si indica ancora spesso con MIUR.

Ma di cosa si occupa esattamente? La prima parte riguarda l’istruzione in sé, ovvero le scuole che sono chiamate dell’obbligo e quelle afferenti. In sintesi le scuole di infanzia, le primarie e le secondarie di primo e secondo grado. Queste ultime solo in parte rientrano nella definizione di obbligo scolastico, che finisce con il compimento del 16esimo anno di età ovvero con il biennio delle superiori; però nella maggioranza dei casi (si stima nel 75%) gli studenti proseguono fino alla maturità.

Per quanto riguarda l’introduzione della questione del merito, invece, questa si rifà all’articolo 34 della Costituzione italiana che dice: «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi». L’intento è quello di riportare valore all’istituzione scolastica perché torni a essere possibilità di crescita anche per chi parte da condizioni socio familiari svantaggiate.

Il Ministero dell’Università e della Ricerca

Nel gennaio 2020 l’allora Governo Conte ha separato il Miur facendo in modo che il Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) fosse a se stante. In realtà già nel 1989 era stato istituito un Ministero per la Ricerca, poi accorpato – con alterne vicende bisogna dire - a quello della Pubblica Istruzione.

Come dice il nome stesso, questa istituzione si concentra sui livelli più alti del percorso accademico, quindi gli atenei, sia come luogo di studio sia come ente che produce ricerca. La divisione del Ministero dell’Istruzione ha motivi organizzativi ed economici. Si pensi ad esempio al personale che afferisce alla scuola: si parla di oltre 1 milioni di lavoratori nelle scuola dell’obbligo e simili, contro i circa 100mila delle Università. Anche gli investimenti devono essere differenti: mentre per le scuole si può pensare a investimenti a pioggia su tutti i plessi e i gradi, per le università servono finanziamenti mirati in base ai progetti e al merito dei singoli e degli atenei. Da questo punto di vista la divisione permette di avere maggiormente sotto controllo le principali criticità di ogni settore così – ci si augura – da rispondere in maniera più puntuale.

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