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Diploma da adulti? Indispensabile per lavorare nel settore pubblico

Dipendenti del settore pubblico: quanto è facile incappare in luoghi comuni su questi lavoratori? Talvolta con tono canzonatorio per l’amore viscerale degli italiani per il “posto fisso” (Checco Zalone docet), altre volte con un accenno di accusa per una occupazione non troppo impegnativa.

La realtà è che senza personale nel pubblico impiego non si avrebbero tutta una serie di servizi che ormai si danno per scontati, dall’ufficio anagrafe alla presenza della Polizia Locale, dagli impiegati amministrativi delle strutture ospedaliere al personale Ata nelle scuole.

Per accedervi però non basta presentare un curriculum. La maggior parte dei posti viene assegnata dietro bando di concorso, con una serie di requisiti generali spesso ripetuti. Per esempio bisogna godere dei diritti civili ma anche avere un titolo di studio; in qualche caso basta la licenza media, ovvero la prova di aver completato la scuola dell’obbligo, ma molto più spesso serve un diploma.

Se si ambisce a una carriera nel settore amministrativo o anche nella Polizia Locale, per esempio, avere un diploma diventa indispensabile. E chi non lo ha preso da ragazzo? Nessun problema, si può sempre recuperare da adulti. Il modo più semplice è affidarsi a una scuola online, per studiare da remoto e gestire i tempi inserendoli nella propria quotidianità.

Le figure più ricercate

Ci sono due carenze nel personale del settore pubblico: i giovani e i lavoratori tecnici specializzati. L’età media supera i 50 anni, per cui chi ha fra i 35 e i 45 anni e ha un diploma di istituto tecnico è avvantaggiato. I percorsi scolastici che possono dare buoni sbocchi sono Amministrazione finanza e Marketing o Costruzione, Ambiente e Territorio, ma anche gli indirizzi legati all’informatica.

Quanti italiani hanno il diploma?

Il 33 per cento, ovvero 1 su 3, è la percentuale di lavoratori italiani adulti che si sono fermati come titolo di studio alla licenza media. E’ il dato più alto di tutta Europa; in parole più semplici, negli altri Paesi Europei la percentuale di persone che continuano gli studi fino al diploma è maggiore.

La statistica migliora un po’ scendendo di età: i ragazzi che lasciano la scuola a 16 anni e quindi si fermano alla licenza media è dell’11%. Insomma solo 1 su 10. Un buon risultato ma ancora inferiore alla media europea, che in questo caso è del 9 per cento.

Questa situazione ha anche dei lati positivi: significa che coloro che raggiungono il diploma hanno una figura professionale più qualificata da spendere, anche nel settore pubblico.

Tornare a scuola sì… ma online

Ecco perché conviene realmente tornare a scuola, anche se non c’è bisogno di sedersi al banco. Con la scuola online si studia in streaming: le lezioni sono registrate e si seguono quando e da dove si vuole. Non si è comunque lasciati a sé stessi, perché il rapporto con gli insegnanti e costante tramite piattaforma, inoltre c’è il tutor personale che aiuta nel programmare studio e verifiche.

L’unico passaggio da fare in presenza è l’esame di Stato, da svolgere in un plesso scolastico statale.  La scuola segnalerà quello più comodo per lo studente.

Nuove Scuole 2.0 è una scuola online che rappresenta l’unione di più di 30 Scuole Paritarie sparse per la Penisola, che rivolgono un offerta formativa alle persone che non hanno la possibilità di frequentare “fisicamente” un corso scolastico diurno o serale.

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